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Le case di pietra ad
Ischia a cura
dell'Architetto Silvano Arcamone
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Concentrazione delle case
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Le case di pietra ad Ischia
sono presenti in notevole numero e distribuite sull’intero territorio, anche
se particolarmente concentrate nell’area occidentale dell’isola. Esse sono
caratterizzate da abitazioni, cellai e annessi agricoli letteralmente
scavati nei massi tufacei, che sono rotolati lungo le pendici delle montagne
ischitane.
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Le origini
Cappadocia
Architettura rupestre
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Sulle origini di questa
particolare architettura ricavata dal tufo sono state formulate diverse
ipotesi, noi sosteniamo che sono giunte fino ad Ischia dalla Cappadocia
attraverso gli insediamenti monacensi della Gravina di Massafra. La
tradizione architettonica è stata prima portata dai monaci di Basilio il
Grande, dalla Cappadocia alla Puglia, e successivamente dagli abitanti di
Matera fino all'Isola d'Ischia. Se questo è stato il percorso, la tradizione
giunge ad Ischia liberandosi della sua componente rappresentativa, mostrata
nei dipinti interni alle abitazioni e nella cura messa nei particolari che
rendevano le cattedrali della Cappadocia per nulla debitrici verso le
sorelle costruite in muratura portante. Ischia ha conosciuto un’architettura
rupestre, prevalentemente dedita alle risposte degli agricoltori locali
senza nulla concedere all'aspetto rappresentativo.
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La diffusione
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La diffusione copiosa di quest’architettura
de-costruita si ha soprattutto verso la metà del secolo XVII, quando la
peste scoppiata nel paese di Forio costrinse gli abitanti a rifugiarsi alle
pendici della montagna ed a ricostruirsi ambienti per abitare e lavorare. La
scelta di decostruire piuttosto che costruire abitazioni, cellai e quant’altro
servisse alla loro bisogna, fu dettata dall’opportunità di sfruttare i massi
sparsi sull’intero territorio foriano. Piuttosto che spaccare i massi per
ricavarci le pietre, i contadini trovarono più opportuno scavare e modellare
i massi già presenti sul territorio. Il lavoro di scavo e modellazione era
eseguito soprattutto durante il periodo invernale, quando le condizioni
meteorologiche costringevano i contadini al riparo.
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Tipologie architettoniche
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L’architettura rupestre giunta
a noi presenta diverse tipologie, con elementi tecnologici d’alto ingegno
per i costruttori del tempo. Tra le tipologie più diffuse annoveriamo
l’abitazione, il cellaio, la stalla, i palmenti, le cisterne ed i rifugi
temporanei. Le abitazioni, che si presentavano anche a più piani,
rispondevano ad i criteri distributivi tipici della casa rurale: con il
piano terra adibito a cucina e zona giorno ed il piano superiore adibito a
zona notte. I collegamenti tra i piani erano assicurati da una scala esterna
rigorosamente scavata nel masso tufaceo. Alla base dell’esecuzione di
un’abitazione rupestre vi era un disegno progettuale ben preciso, concepito
da uomini che avevano una grande conoscenza dei fenomeni naturali generati
dal sole, dal vento e dalla pioggia. Tutto rispondeva al corretto utilizzo
di questi fenomeni: le aperture erano allineate secondo i venti estivi
predominanti, assicurando una giusta ventilazione all’interno dei massi
interessati dal notevole irraggiamento solare; la dimensione delle aperture
era studiata in funzione dell’esposizione al sole e della particolare
destinazione d’illuminazione o affaccio della finestra; la canalizzazione
delle acque era realizzata con particolari sistemi di canaline scavate nella
roccia che creavano percorsi per l’acqua piovana che in questo modo era
incanalata in cisterne spesso predisposte al di sotto del masso-abitazione.
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Le case scavate nella pietra oggigiorno
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Oggi le case scavate nella
pietra non hanno più una funzione specifica, la maggior parte sono state
abbandonate, anche se la loro presenza sul territorio continua a narrare di
una storia importante dell’Isola d’Ischia. |
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Autori:
Dott. Geologo Aniello Di Iorio ed
Ing.: Christine Ryll. Aggiornato il:
12. Januar 2009
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anche ... |
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